La professione dell’insegnate, educatore e pedagogo e il suo importantissimo ruolo come guida affinché tutti gli alunni possano sviluppare le diverse intelligenze.
Chi è?
È un educatore, un regista del processo di costruzione dell’apprendimento e di formazione delle competenze, uno stratega dell’attività educativa in classe che ha effetti lungo tutta la vita dell’allievo.
Sebbene le finalità siano all’incirca le stesse ,i percorsi per gli insegnanti variano in base alla fascia d’età dei loro alunni e ai loro bisogni:
- insegnante nella Scuola dell’infanzia ( dai 2/3 anni ai 5/6 anni)
- insegnante nella Scuola primaria (dai 5/6 anni ai 10/11 anni)
- insegnante della Scuola secondaria di primo e secondo grado ( dai 10/11anni ai 18/19anni)
“La Maestra” dell’infanzia si preoccupa dello sviluppo psicomotorio dei bambini favorendo e attribuendo grande valenza al gioco dal punto di vista educativo, attraverso attività ludiche cerca di raggiungere gli obiettivi prefissati.
“La Maestra” della scuola primaria contribuisce alla socializzazione e dà il via alla prima alfabetizzazione, si occupa dello sviluppo cognitivo e psicologico dei bambini nel rispetto delle diversità individuali.
I titoli di accesso alla professione di Maestra utili alla formazione degli insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria sono la
- Laurea in Scienze della Formazione Primaria di durata quadriennale indirizzo infanzia o primaria
- la nuova Laurea Magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria (LM-85bis). Il percorso di studi, della durata di cinque anni permette di conseguire un titolo dal valore abilitante per l’insegnamento nei due diversi ordini di scuola.
Mentre per quanto riguarda l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, “il professore” potrà insegnare dopo una laurea magistrale e il superamento di un concorso a cattedre, cioè il concorso pubblico che permette di ricoprire un posto da insegnante nelle regioni designate a cui segue l’abilitazione all’insegnamento.
Qual è la sua funzione?
L’insegnante riveste un ruolo privilegiato, poiché è chiamato a mediare tra l’individuo singolo e la società. Questo è un compito fatto di impegno, pazienza, ricerca, sperimentazione ed è pieno di responsabilità.
Prima fra tutte, la responsabilità di influenzare in maniera positiva le personalità degli alunni, di contribuire a formare quelli che saranno le donne e gli uomini di domani.
Nella sua scuola l’insegnante non ha clienti e utenti, ma persone che hanno bisogno di cura nel senso più largo. Egli deve guidare le esperienze degli alunni con grande competenza e responsabilità.
L’insegnante favorisce la crescita degli alunni aiutandoli a sviluppare abilità di base in vari ambiti disciplinari e insegna regole di convivenza favorendo l’inclusione e l’integrazione di tutti i bambini.
Insegnare è qualcosa di più di una semplice professione. Richiede specifica e solida competenza disciplinare, capacità di interagire con gli altri e capacità didattica e di comunicazione.
Ma è, soprattutto, qualcosa che si sente dentro, perché oltre alla professionalità, per un insegnante è essenziale la motivazione, l’entusiasmo e l’amore per l’altro.

Quali sono le sue competenze?
L’insegnante per poter assolvere a i suoi compiti deve avere tre fondamentali competenze :
- competenza culturale
- competenza pedagogico – didattica
- competenza psicologica
Competenza culturale : l’insegnante deve avere una conoscenza della struttura concettuale e sintattica della propria disciplina d’insegnamento, in modo da organizzare le informazioni in una struttura semplice e solida affinché gli alunni ne siano coinvolti e interessati.
Competenza pedagogico – didattica: capacità di scegliere in modo consapevole metodi e strategie didattiche atte a favorire la maturazione degli alunni; è importante che un insegnante abbia chiari gli obiettivi educativi che si propone e possieda una metodologia e degli strumenti adeguati per garantire il conseguimento di tali obiettivi.
Competenza psicologica : riguarda i processi psichici dei propri studenti (percezione, apprendimento,) per poterli stimolare,orientare con il suo intervento educativo e per valutarli;le caratteristiche psicologiche (capacità di comprensione, modalità di rapportarsi agli altri, eventuali problemi); gli atteggiamenti psicologicamente adeguati nei confronti degli alunni.
Agli insegnanti inoltre si chiede di essere in grado di riconoscere e segnalare un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
La scuola rappresenta l’osservatorio per eccellenza in cui individuare precocemente la presenza di un DSA. Infatti è l’ambiente in cui si evidenziano più facilmente questi disturbi, in quanto gran parte della giornata il bambino è sui banchi, impegnato nello scrivere, leggere e fare i calcoli aritmetici.
Gli insegnanti, una volta rilevati gli indicatori di un possibile DSA, dopo aver attuato quanto di loro competenza attraverso strategie didattiche mirate, sono tenuti a comunicarlo alle famiglie, per procedere insieme ad un invio agli enti di competenza per provvedere alla diagnosi.
Ottenuta la diagnosi l’insegnante sarà coinvolta nel team di professionisti ( neuropsichiatra ,psicologo,logopedista TNPEE) affinché,mediante una strategia mirata, sia favorito il suo sviluppo linguistico ma anche le sue abilità sociali.
L’insegnante oggi, quindi non si configura solo come dispensatore di conoscenze ma, rappresenta per il gruppo classe in cui sono inseriti uno o più casi di DSA, una guida, un facilitatore, un supporto nella costruzione attiva della conoscenza da parte degli allievi.
La sfida della scuola moderna è quindi divenire sempre più flessibile e capace di comprendere, valorizzare e adeguarsi alle differenze tra gli alunni.